Vittorio Marullo di Condojanni, Nato nel 1907 Sposa Amalia Faraci dei Baroni del Prato nel 1945 |
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Biografia
(estratto da :Il contributo dei cavalieri siciliani al Governo dell'Ordine di Malta nella seconda metà del novecento)
CAPITOLO II
S.E. il Ven. Balì Gr. Cr. di Giustizia
Frà Vittorio Marullo di Condojanni
Gran Commendatore e Gran Cancelliere
(1965 – 1982)
Una sincera e profonda amicizia era sempre intercorsa tra la famiglia Paternò e la famiglia Marullo di Condojanni. La Provvidenza vuole che, proprio negli anni in cui Paternò reggeva l’Ordine si avvicinava ai voti di Giustizia, Don Vittorio Marullo di Condojanni, appartenente alla storica famiglia Marullo di Messina che ha vestito l’abito di Malta fin dal 1492. Ricevuto nel Sovrano Militare Ordine di Malta come Cavaliere d’Onore e Devozione, il 15 maggio 1943, passò successivamente alla categoria religiosa dei Cavalieri di Giustizia con voti semplici. Infatti, il 18 gennaio 1949, rimasto nel frattempo vedovo, viene ammesso al noviziato di Giustizia, pronunciando i primi voti il 7 aprile 1951.
In questo suo stato cavalleresco e religioso Don Vittorio Marullo di Condojanni resta, per sedici anni, finchè il 28 maggio 1965, chiedeva ed otteneva, il 29 novembre dello stesso anno, di restare definitivamente nella categoria di Giustizia e di emettere la Professione Solenne.
E’ così che a Frà Vittorio Marullo di Condojanni, grande amico dell’Ospedaliere dell’Ordine il Balì Carl Wolfgang Von Ballestrem, viene concesso dal Gran Maestro di ascendere celermente la scala gerarchica con la cooptazione nel Sovrano Consiglio dell’11 aprile 1967 e la designazione a Gran Commendatore nello stesso anno, carica che ininterrottamente manterrà fino alla scomparsa.
Già dal 18 gennaio 1966 ricopriva la carica di Delegato Granpriorale di Messina. Sono anni di grande attività: nel 1960, per sua iniziativa, la Delegazione Granpriorale cura i lavori nella Chiesa di San Giovanni di Malta, con la creazione di un’esposizione permanente delle reliquie dei santi martiri messinesi.
Sotto la guida di Frà Vittorio Marullo l’impegno della Delegazione aumenta. Al tradizionale servizio per i poveri, con la distribuzione di pacchi viveri, nel 1968, il Prof. Sanvenero Rosselli, insigne chirurgo plastico, ospite del Marullo, procede, presso il Lebbrosario di Messina, gratuitamente, a numerosi interventi di chirurgia plastica sugli hanseniani.
Inoltre, vengono reperiti fondi per dotare il Reparto hanseniani dell’Ospedale Piemonte di un apparecchio radiologico e di un’automobile per le necessità di questi malati. Nello stesso anno la Delegazione assiste, alla stazione ferroviaria, i terremotati del Belice che emigrano verso nord, distribuendo ben mille pasti. Nel 1968 partono, inoltre, da Messina tre vetture letto con venti ammalati, assistiti da barellieri, per Lourdes, con vero e proprio treno ospedale, il primo dell’Ordine dopo la guerra del 1945, che inaugura la tradizione del treno italiano melitense, diretto alla Santa Grotta, tradizione che continuerà negli anni successivi.
Nel 1969 si ricorda il vivo interessamento del Delegato
Frà Vittorio Marullo per il restauro del Monumento al Balì D. Andrea Di Giovanni. 21 Infatti, dopo il terremoto del 1908, si decise di demolire il prospetto principale della Chiesa di San Giovanni, senza curarsi di smontare i monumenti superstiti, per cui l’enorme massa di materiali crollata con l’esplosione li aveva ridotti in frammenti.
Dopo essere stato dimenticato per molto tempo, nella spianata del Museo di Messina, appunto per l’interesse del Delegato, si riuscì ad ottenere i pezzi e a risistemare il Monumento del Di Giovanni nello spazio antistante la chiesa.
Il 22 settembre 1966 il Ven. Balì Frà Vittorio Marullo è nominato Supplente dei Rappresentanti del Gran Priorato di Napoli e Sicilia per il Capitolo Generale che si celebrerà il 22 giugno 1967. In questa occasione Frà Vittorio viene eletto all’Alta Carica di Gran Commendatore con 32 voti su 34, nella quale viene confermato nei successivi Capitoli Generali del 1973 e del 1978, incarico che, come detto, occuperà senza interruzione per ben quindici anni.
Nel frattempo gli viene conferita, per i meriti acquisiti, la Gran Croce al Merito melitense e la dignità di Commendatore di Giustizia intestatario di varie commende e successivamente di Venerando Balì di Giustizia. Nel marzo 1971 in occasione della sua visita alla Delegazione di Messina S.E. il Principe e Gran Maestro Frà Angelo De Mojana di Cologna, dopo aver partecipato ai solenni riti nel Tempio di San Giovanni di Malta, incontra i Cavalieri Messinesi e si intrattiene a lungo nella dimora del Balì Marullo per discutere, con questi, dei problemi della Delegazione, dell’assistenza che questa dava al lebbrosario e della Chiesa di San Giovanni di Malta, già sede del Gran Priorato di Messina.
Il 4 novembre 1971 fu consegnata all’ospedale Piemonte, proprio per il reparto hanseniani un’ulteriore ambulanza, donata da S.A. il Principe e Gran Maestro. Fu proprio il Gran Commendatore, S.E. il Balì Frà Vittorio Marullo di Condojanni, ad effettuare la consegna ufficiale a nome del Gran Maestro.
Il 7 maggio 1968, sotto la Presidenza di S.E. il Balì Frà Vittorio Marullo di Condojanni, fu costituito un Comitato che aveva il compito di mettere in opera la richiesta del Capitolo Generale Speciale
in materia di rinnovamento spirituale, conformemente ai principi del Decreto Perfectae Caritatis e del Motu Proprio Pontificale Ecclesiae Sanctae. La Commissione è articolata in quattro sezioni, la cui prima, per i Cavalieri della Prima Classe viene affidata allo stesso Balì Marullo. Egli con zelo procede allo studio della delicata materia e si occupa della redazione di progetti che permetteranno al Capitolo Generale Speciale, opportunamente riconvocato per il 27 ottobre 1969, di procedere all’approvazione del Regolamento dei Novizi; del Regolamento dei Professi di voti semplici; del Regolamento dei Professi di voti solenni; del Regolamento per i Membri della Terza Classe; del commento alla Regola per i Membri della Seconda Classe;
degli orientamenti spirituali per tutti i Membri dell’Ordine. L’opera di mediazione del Balì Marullo è stata determinante per l’approvazione del documento che rappresentò una mirabile sintesi di diritto e di modernità. Nella seduta del Sovrano Consiglio del 3 dicembre 1968 il Ven. Balì Frà Vittorio Marullo di Condojanni riferisce circa il Massimario Nobiliare del Magistrale Collegio dei Consultori Araldici. Nella stessa seduta il Gran Maestro lo ringrazia per il personale apporto ed il testo predisposto viene approvato.
Il 4 febbraio 1969, alla seduta del Sovrano Consiglio, il Gran Commendatore interviene riferendo la propria opinione circa le modifiche agli statuti dell’Associazione Canadese la cui approvazione viene effettuata, tenendo conto dell’opinione espressa, nella stessa seduta, ad experimentum per cinque anni, così come anche per il Gran Priorato di Austria.
Il 15 ottobre 1969 il Balì Marullo presenta al Sovrano Consiglio una nota in cui fa il punto sulle Vocazioni, esprimendo serie preoccupazioni, essendo i Cavalieri Professi solo 34, di cui sedici ultrasettantenni, sollecitando il Sovrano Consiglio ad adottare mezzi e strumenti opportuni per incrementare l’inclinazione religiosa, sia nei Priorati che presso le Associazioni Nazionali. Propone a S.A. Eminentissima la costituzione di una speciale commissione per la preparazione di idonee proposte da sottoporre al Sovrano Consiglio, per suscitare l’incremento delle Vocazioni. Il Sovrano Consiglio aderisce immediatamente alla proposta, costituendo un’apposita commissione di studio nominandone Presidente lo stesso Balì Marullo di Condojanni, che il 6 luglio 1971 redige e sottopone il testo di una lettera da inviare agli enti periferici dell’Ordine, a firma di Sua Altezza Eminentissima, in cui si invitano i Gran Priori a vigilare che i Professi ed i Cavalieri d’Obbedienza della circoscrizione costituiscano un esemplare modello di Cavaliere attivo e pio della loro Classe; vigilare che i Cappellani si interessino, e se necessario sollecitarli, di curare a fondo il problema dell’Incremento delle Vocazioni Religiose, svolgendo un’opera illustrativa negli ambienti appropriati; impartire ai Professi, Cavalieri d’Obbedienza e Delegati, mediante frequenti riunioni, una profonda conoscenza dei diritti e doveri del Cavaliere Professo dell’Ordine ed incoraggiare i medesimi a rendersi loro stessi propagatori di tale conoscenza; infine, esaminare la possibilità, nei rispettivi territori, dell’istituzione di Centri di formazione spirituale. Tale commissione sul Regolamento e le Leggi fondamentali dell’Ordine sarà sciolta il 1 marzo 1973, per raggiungimento degli obiettivi.
Il 16 giugno 1970, nella seduta del Sovrano Consiglio, il Gran Commendatore riferisce in merito al Regolamento per i Novizi ed al Commento alla Regola dei membri della Prima Classe, sottoponendo alcune modifiche che vengono inserite nei testi del Regolamento e nel Commento, immediatamente approvati. Nella stessa seduta si occupa, inoltre, della conservazione dei processi nobiliari negli Archivi del Gran Magistero, della concessione della Grazia D’Attacco, della determinazione sulla competenza territoriale dei singoli Priorati e dell’ autorizzazione preliminare alla presentazione dei processi.
Il 16 ottobre 1970 il Decreto n. 502 del 24 giugno 1970, che approvava lo statuto del CISOM (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta), viene tenuto in sospeso per le perplessità di S.E. il Ven. Balì Vittorio Marullo di Condojanni circa possibili interferenze di competenza tra gli Organi dei Gran Priorati e gli Organi del CISOM. Infatti, secondo il Balì Marullo non è chiaro come il Presidente dell’ACISMOM (Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Ordine di Malta) ed i Dirigenti del CISOM possano direttamente impartire istruzioni o concordare alcunché con i Delegati Granpriorali senza che vi sia intesa con i Gran Priori. Inoltre, mentre all’ACISMOM sono riservate soltanto attività ospedaliere e sanitarie, il regolamento del CISOM include, oltre all’esercizio dell’attività nell’ambito del pronto soccorso, anche quello della assistenza di ogni genere. Infine, non si vedeva con quali presupposti di competenza specifica i Gran Priori potessero esercitare il diritto e il dovere di visitare le zone ed i gruppi CISOM, per controllarne e stimolarne l’azione, quando il regolamento stesso non prevedeva la loro partecipazione alla formazione dei piani di lavoro e neppure la semplice conoscenza di questi. Il Gran Maestro, spiegando che lo statuto del CISOM è stato concepito in funzione della futura riorganizzazione dei Cavalieri Italiani, tuttavia propone che le osservazioni del Gran Commendatore siano sottoposte allo studio dell’Avvocato di Stato. La questione sarà ripresa il 10 febbraio 1971 dal Sovrano Consiglio che affida al Gran Maestro la redazione definitiva del Regolamento CISOM, sulla base del principio che al CISOM è attribuita la funzione di coordinamento dell’attività dei Gran Priorati e delle Delegazioni Granpriorali per l’intervento di Primo e Pronto Soccorso, escludendo ogni altra attività che potesse interferire con i Gran Priorati. S.A. Eminentissima propone così, al Sovrano Consiglio il testo del regolamento. Dopo ampio scambio di idee al riguardo, con particolari interventi e contributi del Gran Commendatore, il Regolamento trova definiva stesura ed è pertanto approvato all’unanimità.
Il 17 dicembre 1970 il Balì Marullo solleva la problematica relativa al fatto che il Magistrale Collegio spesso riforma le decisioni, relative alle prove nobiliari approvate dai Capitoli Granpriorali, senza che successivamente siano portate a conoscenza degli stessi le motivazioni. Pertanto auspica che la Cancelleria informi i Priorati nel caso di riforma dei pareri. Il Gran Maestro e il Sovrano Consiglio approvano tale proposta. Nella stessa seduta il Balì Marullo ritorna sull’opportunità che i Cavalieri d’Obbedienza non vengano riuniti una sola volta all’anno per l’elezione dei rappresentanti in seno al Capitolo ma, siano convocati dai Gran Priori spesso, allo scopo di illustrare loro le iniziative e le attività del Gran Priorato, per chiamarli ad apportare la loro collaborazione per il potenziamento delle attività stesse, per indirizzarli e controllarli negli impegni assunti con la Promessa.
Sempre in tale data il Gran Commendatore, in merito all’aumento da otto a dodici dei Rappresentanti delle Associazioni Nazionali al Capitolo Generale e al Consiglio Compito di Stato, rileva che esso debba essere contenuto, onde non si verifichi nei più alti consessi dell’Ordine una maggioranza di laici in rapporto ai Cavalieri Professi. Invece, S.E. Q. Jermy Gwyn, Gran Cancelliere dell’epoca, non vede alcuna difficoltà, né conseguenza negativa in relazione all’aumento dei Rappresentanti delle Associazioni Nazionali, in considerazione del fatto che i Cavalieri della Seconda Classe che possono far parte delle rappresentanze delle Associazioni Nazionali, in tale loro qualità, agiscono in virtù di una dispensa che li parifica a tutti gli effetti ai Professi. A conclusione della discussione, si delibera la costituzione di una Commissione di cui S.E. il Ven. Balì Vittorio Marullo è nominato Presidente.
Dal 5 al 12 maggio 1971 il Gran Commendatore Marullo si occupa dell’organizzazione del Pellegrinaggio a Lourdes, opera di pietà che si compie ogni anno e nella quale i membri dell’Ordine, e i loro congiunti ed amici, si ritrovano sempre più numerosi e con grande impegno per dare sollievo, ai Signori Malati.
Nella seduta del 6 luglio 1971 il Balì Marullo solleva la spinosa questione delle istanze di ammissione all’Ordine con la prova della cosiddetta centenaria prescrizione della quale si fa spesso abuso. Tale prova, si auspica, potrà avere solo carattere eccezionale, quando concorrano numerosi elementi, specialmente matrimoni contratti con persone di famiglie di notoria nobiltà generosa e non di famiglie di supposta piccola distinzione locale. Il Balì Marullo conclude che tale prova dovrebbe essere accettata soltanto per i quarti secondari e mai per il quarto principale. Il Sovrano Consiglio accoglie la sua proposta e delibera che la Cancelleria comunichi la decisione in tal senso ai Gran Priorati e ai Consultori Araldici per loro opportuna direttiva.
Inoltre, il Balì Marullo in tale data sottopone al Sovrano Consiglio anche l’approvazione di un Regolamento Unico per i gruppi giovanili dell’Ordine di Malta, che viene approvato.
Nella seduta del 15 ottobre 1971 Frà Vittorio Marullo indica al Sovrano Consiglio il problema del grande numero di richieste di passaggio alla Classe di Obbedienza da parte di membri del ceto di Grazia e Devozione. Presenta il dubbio che tali richieste siano suscitate solo da ambizione personale e propone che gli aspiranti debbano, per almeno un triennio, avere partecipato costantemente alla vita degli organismi dell’Ordine cui appartengono. Il Gran Maestro, con il Sovrano Consiglio, lo incaricano di predisporre il decreto in proposito. Inoltre, in tale occasione, il Balì Marullo si richiama alla domanda dell’Associazione Slesiana di modificare l’attuale prassi per la valutazione dei requisiti di casato, e ciò in analogia alla concessione già accordata al Gran Priorato d’Austria. Nell’intento di studiare le modalità, per offrire simili possibilità anche agli altri Organismi dell’Ordine, si è stabilito che sarà inviata una lettera ai Capi di tali Organismi, con la quale sarà richiesto il loro pensiero sull’eventuale opportunità che siano introdotte alcune modifiche all’attuale regolamentazione dei requisiti di casato. S.A. Em.ma e il Sovrano Consiglio esprimono il loro consenso sull’iniziativa proposta da S.E. il Gran Commendatore e accordano all’Associazione Slesiana una particolare autorizzazione ad experimentum, così come fatto a suo tempo per il Gran Priorato d’Austria.
Nella seduta del Sovrano Consiglio del 3 dicembre 1971 il Balì Marullo pone altresì la questione sui criteri d’impiego dei Cavalieri di Obbedienza nei rispettivi enti di appartenenza.
Ciò in quanto mancano notizie sull’utilizzazione che gli enti dell’Ordine fanno dei Cavalieri Professi e dei Probandi.
Il 10 febbraio 1972 il Balì Frà Vittorio Marullo di Condojanni presenta al Sovrano Consiglio, in qualità di Presidente della Commissione per l’ammissione delle Dame nell’Ordine, una prima proposta da sottoporre ai Gran Priorati, ai Priorati e ai Presidenti delle Associazioni Europee. Nella stessa seduta viene, a tale commissione, aggiunto lo studio delle norme per l’aggregazione all’Ordine dei giovani di età inferiore a anni 21. Inoltre, il Balì Marullo sottopone al Sovrano Consiglio una bozza di delibera in merito ai Cavalieri di Obbedienza, che prevede in tre anni il periodo necessario di servizio per entrare nella categoria, fatta eccezione per alcuni casi speciali in cui il periodo è ridotto ad anni due. Solleva ancora, nella stessa seduta, il problema dell’ingresso nell’Ordine di appartenenti a famiglie storiche, che spesso, pur avendo centinaia di anni di nobiltà del quarto principale, non entrano, non disponendo della nobiltà dei quarti secondari. Ciò anche con riferimento a personalità di grande posizione sociale. Il Sovrano Consiglio si riserva di decidere, ma fa proprio l’impegno di portare avanti una risoluzione sull’argomento. Alla seduta del 30 maggio 1972, in merito al Regolamento del Magistrale Collegio, il Gran Commendatore riceve l’incarico di redigere la bozza di un testo unico, viste le molte norme in essere.
Sempre in questo anno il Gran Commendatore Marullo porta a conclusione l’attività svolta in merito al Regolamento del Magistrale Collegio dei Consultori Araldici, che termina con l’approvazione di un regolamento che viene accettato in pieno dal Magistrale Collegio, come si evince da una lettera consultata nell’Archivio privato della famiglia, diretta a S.E. Marullo, dal Principe Colonna, presidente dello stesso.
Il Balì Marullo il 12 aprile 1973, nel quadro del riordino amministrativo da lui curato, presenta al Sovrano Consiglio l’elenco delle Commissioni di studio in essere e delle questioni rimaste sospese in attesa di elementi da parte di organi competenti. Il Sovrano Consiglio dispone che la Cancelleria proceda per l’avanzamento e la conclusione dei lavori. Inoltre, nel mese di maggio il Balì Vittorio Marullo, segnalando la necessità che si provveda all’incremento delle Vocazioni religiose, propone una commissione per l’aggiornamento della Carta Costituzionale e del Codice.
Nella seduta del 6 luglio 1973 il Gran Commendatore presenta il progetto di procedura per l’annotazione dei titoli nobiliari ex novo, riconosciuti a membri dell’Ordine e il progetto per la formula di impegno dei Cavalieri d’Obbedienza, che viene immediatamente approvata.
Fra i tanti incarichi ricoperti dal Balì Marullo in questi anni ricordiamo anche quello di Presidente della Commissione di studio per un Regolamento riguardante l’ammissione delle Dame nel Sovrano Ordine; Presidente del Comitato Magistrale per l’Anno Santo 1975.
Egli viene confermato nella carica di Gran Commendatore nel Sovrano Consiglio del 1973. Nello stesso anno partecipa come Membro della Commissione incaricata di fissare i lineamenti programmatici da seguire nella revisione e nell’aggiornamento della Carta Costituzionale e del Codice, funzione che svolgerà anche nel 1976; nel 1974 il Balì Marullo è membro, inoltre, della Commissione per l’impiego dei fondi liquidi dell’Opera Carrara.
Nella seduta del Sovrano Consiglio del 2 aprile 1974 il Gran Commendatore Marullo presenta una seconda stesura del progetto di regolamento per l’ammissione delle Dame e anche per quello dei giovani con meno di 21 anni.
Introduce l’argomento con la necessità di studiare l’opportunità di ricezione nella prima Classe di giovani che non possiedono requisiti di casato tradizionali. Il Sovrano Consiglio unanimemente concorda sul fatto che il Gran Maestro possa esercitare la grazia per il passaggio di tali giovani al ceto di Grazia e Devozione, condizionatamente però alla costanza nei voti.
Il 5 aprile 1974 Frà Vittorio Marullo e il Gran Maestro De Mojana vengono ricevuti al palazzo del Quirinale, in visita ufficiale, dal Presidente della Repubblica Italiana S.E. Giovanni Leone. Durante il colloquio, molto cordiale, il Presidente Leone ha espresso il suo apprezzamento per le opere di carità, assistenza e di solidarietà umana che l’Ordine Sovrano e Militare di Malta compie, in armonia con la sua nobile tradizione, per venire in aiuto di quelli che soffrono e specialmente per l’assistenza data ai bisognosi in Italia. Il 3 luglio 1974 il Presidente Leone conferì per i meriti acquisiti a S.E. il Ven. Balì Frà Vittorio Marullo di Condojanni, Gran Commendatore dell’Ordine di Malta, la dignità di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Al Merito della Repubblica Italiana. Inoltre l’8 gennaio 1973 il Balì Marullo aveva ricevuto il Gran Cordon dell’Orden del Libertador dal Presidente della Repubblica del Venezuela e, con decreto 22 marzo 1974 n° 1971 gli vengono conferite le insegne di Commendatore dell’Ordine Nazionale del Dahomey.
Nella seduta del Sovrano Consiglio del 22 gennaio 1976 egli si rioccupa delle regole nobiliari per il Canada e l’Austria e delle sanatorie nobiliari; viene nominato, in funzione delle sue competenze, anche acquisite come Presidente della Commissione Araldica Siciliana del corpo della nobiltà italiana, Presidente della commissione per una nuova regolamentazione delle prove di nobiltà, per l’ammissione ai ceti nobiliari italiani. Tale commissione prende il nome di Regolamentazione delle Prove di Nobiltà nella Lingua d’Italia.
Nel 1975 il Balì Marullo dona un ascensore all’ospedale Piemonte di Messina per gli hanseniani.
Il 23 febbraio 1977 il Gran Commendatore riferisce in merito alla sua azione svolta presso il Lebbrosario di Messina, sollecitando un intervento in favore degli ammalati ed ottiene che l’Ospedaliere si occupi della pratica. Nella stessa seduta, riferendosi alle nuove sanatorie per le prove nobiliari nei Gran Priorati italiani insiste per l’approvazione del documento fornito dalla commissione da lui presieduta ed il Sovrano Consiglio lo approva con decreto n° 1753. Sempre in tale seduta ritorna al tema della crisi nel numero dei religiosi, sottolineando come su 26 solo 14 religiosi avrebbero attitudine a ricoprire incarichi e di questi 11 sono già impegnati in altissime funzioni. Auspica che possa essere presentato al più presto un progetto di modifica che consenta ai Cavalieri di Obbedienza di ricoprire le cariche di governo dell’Ordine. Propone che si regoli la materia in merito alla possibilità che gli appartenenti alla classe non nobile, in casi particolari, possano essere ammessi alla vocazione religiosa per insindacabile giudizio del Gran Maestro. Il Gran Maestro accetta in via di principio tale sua proposta, rimandando a un futuro Sovrano Consiglio l’approfondimento dei termini dell’ammissione. Sempre nel 1977 il Balì Marullo ricopre gli incarichi di Presidente della Commissione di studio per la redazione del Decreto relativo al Consiglio della Ven. Lingua d’Italia per i Pellegrinaggi; Presidente della Commissione di studio relativa ad un contenzioso con il Personale dipendente.
Il Capitolo Generale del 12-16 novembre 1978, oltre a confermare la carica di Gran Commendatore, conferisce al Balì Marullo il delicato incarico di Gran Cancelliere ad interim, funzione che egli umilmente accetta, nonostante le non buone condizioni di salute, ed egregiamente esercita fino al 15 febbraio 1980, quando prenderà possesso dell’Alta Carica di Gran Cancelliere S.E. l’Amb. Barone Felice Catalano di Melilli, anch’egli siciliano, che il Sovrano Consiglio, nella seduta del 31 gennaio 1980, aveva eletto in conformità alle decisioni deliberate dal Capitolo Generale del 1978.
Appena assunta la carica di Gran Cancelliere, il Balì Marullo ripristina, ai sensi dell’art. 6 par. 2 della Carta Costituzionale in vigore nel 1978, l’ufficio del Vice Cancelliere, ufficio previsto dal Codice di Rohan; nomina che gli è accordata nella persona del Confratello Giulio Del Balzo, il quale, tuttavia, non poté occuparsi della funzione, essendo incorso in un penoso incidente che lo costrinse per lungo tempo alla parziale inabilità.
Nello stesso anno il Gran Cancelliere Vittorio Marullo di Condojanni guida, in qualità di Capo, quattro Missioni Straordinarie in Vaticano: la prima Missione Straordinaria viene decisa dal Gran Maestro per assistere al rito funebre in suffragio del Sommo Pontefice Paolo VI; la seconda Missione Straordinaria, guidata dal Balì Frà Vittorio Marullo, è presente alla Santa Messa del 3 settembre 1978, celebrata da S.S. Giovanni Paolo I, eletto appena venti giorni dopo la morte di Paolo VI come suo successore, nella Basilica Vaticana per l’inizio del suo Ministero di Supremo Pastore. La terza Missione Straordinaria, sempre guidata da Frà Vittorio Marullo, partecipa alle esequie di Sua Santità, morto improvvisamente, celebrate nella Basilica di San Pietro e l’ultima Missione si svolge il 23 ottobre 1978 per l’inizio del Pontificato di Giovanni Paolo II.
Il 26 gennaio 1979 con Articolo unico decretato dal Gran Maestro Angelo De Mojana, Frà Vittorio Marullo di Condojanni è autorizzato alla firma sulle disponibilità finanziarie del Gran Magistero dello S.M.O.M. presso le banche Italiane ed Estere.
Ricordiamo inoltre, che durante il Sovrano Consiglio del 3 ottobre 1980, il Balì Marullo interviene spesso sulla necessità del rispetto dell’obbligo delle contribuzioni annuali dei Cavalieri con particolare attenzione, però, ai casi di esenzione che devono essere attentamente valutati, al fine di non scoraggiare la permanenza nell’Ordine dei Cavalieri meno abbienti.
Il 10 febbraio 1982 Felice Catalano, Balì Gran Croce d’Obbedienza, con una lettera, comunica a Frà Vittorio Marullo i nomi delle persone che faranno parte della Commissione di studio sullo Status e sulle Funzioni dei Diaconi in seno all’Ordine, di cui il Balì Marullo sarà il Presidente. E’ nell’esercizio delle sue alte dignità e cariche, che avviene la scomparsa di S.E. il Ven. Balì Frà Vittorio Marullo, il 27 marzo 1982, compianto da tutti coloro che ne stimavano le virtù di mente e di cuore e che lo amavano.
Il Balì viene ricordato con apposito marmo collocato all’esterno della facciata della Chiesa di San Giovanni Gerosolimitano in Messina. Il Gran Commendatore era in pieno lavoro perché, appena dieci giorni prima, il 17 marzo 1982, aveva presieduto la seduta della Commissione di studio sullo Status dei Diaconi in seno all’Ordine, Commissione istituita con Decreto n° 24077, del 29 gennaio 1982, dando prova, in quella occasione, di grande vigore e rigore nell’esaminare delicati problemi e sostenere contrasti, avendo sempre la volontà di difendere la posizione, il prestigio, i privilegi propri dell’Ordine e le sue tradizioni.
La commissione era stata istituita per analizzare il primo caso di un Diacono Permanente, quale era appunto il Cavaliere Renato Paternò dei Conti di Montecupo.
Il Balì Vittorio Marullo osservava che il Diacono, pur non essendo completamente tenuto all’obbedienza, potrebbe, per timore reverenziale verso il proprio Vescovo, sentirsi legato verso di lui a svantaggio dell’Ordine. Per eliminare ogni preoccupazione di dipendenza dal Vescovo l’Ordine avrebbe dovuto provvedere ad una incardinazione propria del Diacono. Ma a ciò si frappongono difficoltà di vario genere in quanto, la Santa Sede dovrebbe prima introdurre il Diaconato Permanente nell’Ordine. Per far ciò ci vorrebbe il voto favorevole del Capitolo Generale e si dovrebbero, inoltre, affrontare problemi di ordine sociale, assicurativo, etc…
La questione non viene risolta in tale seduta, per le discordie fra i membri ma, soprattutto, per le vive preoccupazioni del Balì Marullo e ogni decisione sarà rimandata ad una prossima riunione.
Frà Vittorio Marullo era anche presente alla seduta del Sovrano Consiglio celebrato il 19 marzo, partecipando all’intera lunga sessione ed intervenendo particolarmente sugli argomenti che maggiormente riguardavano la vita costituzionale dell’Ordine. Negli anni di collaborazione stretta e responsabile con il Gran Maestro De Mojana, egli ha operato con entusiasmo, offrendo il prestigio delle sue elevate doti di Cavaliere, di Confratello esemplare nella sua pietà e carità, di giurista, particolarmente esperto in diritto canonico e moderatore diligente ed intelligente degli entusiasmi innovatori, in un campo così
delicato che l’evolvere dei tempi avrebbe potuto sovvertire o minare, sconvolgendo il carattere e i carismi inalienabili dell’Ordine. Egli ha cooperato attivamente per salvaguardare, nella loro prima applicazione, le rinnovate norme costituzionali nel pieno rispetto della Tradizione Melitense, senza tuttavia chiudersi in un immobilismo prevenuto che giudicava, invece, contrario al mantenimento delle posizioni raggiunte dall’Ordine e agli sviluppi futuri dello stesso verso cui aveva una fiduciosa certezza. Il generoso contributo delle sue doti, Frà Vittorio Marullo, l’ha offerto con modestia e riservatezza, operando sempre silenziosamente, contento solo di offrire il suo continuo servizio, che egli considerava tra i doveri fondamentali ed essenziali di un vero Cavaliere di Giustizia della Bianca Croce Ottagona.
Da quanto esposto, anche nel caso del Balì Marullo emerge che vi è stato un impegno politico, un impegno amministrativo e un impegno umanitario dello stesso.
All’impegno politico va certamente ascritta l’azione riformista nei rapporti tra il Gran Magistero e le Associazioni Nazionali, come pure le rappresentanze dallo stesso condotte in Vaticano e le azioni tese a preservare le autonomie locali nei confronti del Gran Magistero, specie sul piano del rinnovamento spirituale e dell’immagine esterna dell’Ordine che si venne a creare a seguito del Decreto Perfectae Caritatis e del Motu Proprio Pontificale Ecclesiae Sanctae.
Proprio in questa materia l’opera delicata e diplomatica svolta dal Balì Marullo risulta determinante e dà origine ad un complesso riordino amministrativo, portato avanti dallo stesso, sia sul piano dell’aderenza della sua azione alle competenze della carica, sia con riferimento ai grandi temi di necessario rinnovamento: i Cavalieri d’Obbedienza e le regole per la loro attività; le Dame; i giovani. Per tutte e tre le problematiche viene suggerita e successivamente approvata una nuova linea di comportamento che ben presto fa sì che nascano i regolamenti conseguenti. Non a caso, con il contributo del Balì Marullo, amministrativamente, si dà vita ai Gruppi Giovanili, al CISOM, e molto salda appare anche la posizione sostenuta nei confronti del carattere nobiliare dell’Ordine, con la soppressione della centenaria prescrizione e con la modifica del regolamento del Magistrale Collegio e la tutela dei pareri Gran Priorali. In ultima analisi, il riordino amministrativo operato dal Balì Marullo appare estremamente rigoroso sotto il profilo delle competenze e con grande tutela della legittimità prima, e del rispetto delle norme, poi.
Sul piano religioso, Frà Vittorio Marullo portò sempre avanti l’ideale della difesa della fede attraverso la testimonianza della vita dei suoi membri e del servizio in favore degli infermi, sposando in prima persona il servizio agli hanseniani. Con lui prende vita il Pellegrinaggio italiano a Lourdes con ammalati e viene redatto il primo regolamento della nuova struttura appositamente creata (Consiglio della Veneranda Lingua d’Italia dei Pellegrinaggi).
Il messaggio più forte che emerge dalla sua azione di governo rimane comunque quello della difesa dell’Istituzione Melitense, anche di fronte a rischi e pericoli provenienti da situazioni che necessitano chiarezza, come quella già accennata del Diaconato. S.A. Em.ma il Principe e Gran Maestro, oltre a commemorare la grande figura , ha voluto inviare a Messina in occasione del funerale, svoltosi per volontà espressa dell’estinto, in forma privata a Messina, un suo rappresentante speciale nella persona del Gran Cancelliere che ha anche assistito alla tumulazione nella cappella di famiglia.